Ci segnala il prof. Bruno Cacopardo il lavoro di un eccellente gruppo di ricercatori di Singapore che confronta gli effetti clinici e virologici della infezione tra vaccinati e non vaccinati. In questo studio risulta che, oltre alla ben nota protezione clinica (nessuno dei vaccinati muore e nessuno va in ospedale), nei vaccinati il tempo di declino della carica virale (pur partendo dalla stessa concentrazione virale dei non vaccinati) risulta, alla fine, circa cinque volte più rapido.

Prof. Bruno Cacopardo

Prof. Bruno Cacopardo

Questo è il commento del prof. Bruno Cacopardo – Direttore Unità Operativa Malattie Infettive P.O. GARIBALDI NESIMA, professore Malattie Infettive Università’ Di Catania, Membro Del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Di Malattie Infettive e Tropicali – pubblicato oggi sul Quotidiano di Sicilia. Il professore aggiunge che: La fase di eliminazione virale nasofaringea nel gruppo dei vaccinati è tanto breve da apparire quasi impercettibile. Ergo…i vaccinati albergano il virus variante per molto meno tempo e a cariche virali molto più basse”.

Cacopardo conclude: “Chiunque si intenda anche da amatore, di virologia, comprenderà che i vaccinati hanno una probabilità esponenzialmente più bassa dei non vaccinati sia di contagiare che di elaborare una mutazione. Si chiude qui (almeno per me) definitivamente, la questione vaccinale: di fronte alle evidenze incontrovertibili il silenzio è d’oro. Da oggi in poi ogni discussione sulla contagiosità e sulla patogenicità dei vaccinati (percorribile finché si vuole in un regime libertario e in un paese in cui davanti ad un boccale di birra si può sostenere qualsiasi tesi) avrà la stessa valenza anti-copernicana della ipotesi che sia il Sole a girare attorno alla terra”.

 

Riportiamo qui l’abstract dello studio pubblicato su Medrxiv: Studio efficacia vaccini Covid-19

Objectives Highly effective vaccines against severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) have been developed but variants of concerns (VOCs) with mutations in the spike protein are worrisome, especially B.1.617.2 (Delta) which has rapidly spread across the world. We aim to study if vaccination alters virological and serological kinetics in breakthrough infections. Methods We conducted a multi-center retrospective cohort study of patients in Singapore who had received a licensed mRNA vaccine and been admitted to hospital with B.1.617.2 SARS-CoV-2 infection. We compared the clinical features, virological and serological kinetics (anti-nucleocapsid, anti-spike and surrogate virus neutralization titres) between fully vaccinated and unvaccinated individuals. Results Of 218 individuals with B.1.617.2 infection, 84 had received a mRNA vaccine of which 71 were fully vaccinated, 130 were unvaccinated and 4 received a non-mRNA. Despite significantly older age in the vaccine breakthrough group, the odds of severe COVID-19 requiring oxygen supplementation was significantly lower following vaccination (adjusted odds ratio 0.07 95%CI: 0.015-0.335, p=0.001). PCR cycle threshold (Ct) values were similar between both vaccinated and unvaccinated groups at diagnosis, but viral loads decreased faster in vaccinated individuals. Early, robust boosting of anti-spike protein antibodies was observed in vaccinated patients, however, these titers were significantly lower against B.1.617.2 as compared with the wildtype vaccine strain. Conclusion The mRNA vaccines are highly effective at preventing symptomatic and severe COVID-19 associated with B.1.617.2 infection. Vaccination is associated with faster decline in viral RNA load and a robust serological response. Vaccination remains a key strategy for control of COVID-19 pandemic.