A cosa serve il controllo remoto dei defibrillatori sottocutanei (S-ICD): la rilevazione della “fibrillazione atriale” o di altre aritmie

La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune che i pazienti con Cardiomiopatia possono presentare soprattutto dopo i 40 anni d’età. A partire dal modello A219 i defibrillatori sottocutanei (S ICD) della Boston Scientific riconoscono e memorizzano alcune aritmie. Se ad esempio, il cuore passa da “ritmo sinusale” a “fibrillazione atriale” per almeno 6 minuti ed anche diverse ore, l’aritmia viene registrata nella memoria del S-ICD.

Defibrillatore Sottocutaneo S-ICD

Il paziente con S-ICD che è stato dotato del dispositivo di “controllo remoto”, effettuerà periodicamente delle trasmissioni dati per inviare al Centro di controllo le registrazioni effettuate dal S-ICD. Le trasmissioni saranno effettuate manualmente dal paziente premendo l’apposito pulsante presente sul dispositivo di controllo remoto. Il periodo tra una trasmissione e l’altra sarà stabilito con il proprio Centro sanitario di riferimento, in genere una volta a settimana. Il Centro di controllo, una volta ricevuti ed analizzati i dati, segnalerà all’operatore le condizioni che richiedono attenzione e che sono indicate rispettivamente come “Allarme Giallo” e “Allarme Rosso”.

Questi allarmi sono visualizzati dall’operatore addetto al controllo dei dati trasmessi (infermiere, medico o tecnico). Nei centri ben organizzati il controllo avviene di solito giornalmente. Bisogna però considerare che, se consideriamo i fine settimana, talvolta la visualizzazione delle trasmissioni avviene nelle 24-48 ore successive. Purtroppo, per motivi organizzativi non è detto che tutti i centri rispondano nei tempi indicati che, in questo caso, potrebbero risultare significativamente più lunghi.

Le eventuali aritmie registrate, come la fibrillazione atriale, vengono trasferite dal S-ICD al Centro – mediante il dispositivo di controllo remoto – e generano nel sistema un allarme “giallo”.

L’operatore sanitario incaricato analizza i dati ricevuti e, se identifica che si tratta di fibrillazione atriale, avverte il paziente e lo invita a contattare il proprio cardiologo oppure il Centro sanitario di riferimento, per l’eventuale modifica della sua terapia o per altri provvedimenti.

Va però ricordato che “allarmi gialli” possono essere generati anche, ad esempio dalla registrazione di episodi di aritmie ventricolari non trattati o da scariche del defibrillatore. Vengono anche generati quando la batteria è vicina all’esaurimento.

Un allarme “rosso” invece viene generato in relazione ad una probabile disfunzione del S-ICD, in caso di scarica della batteria o di malfunzionamento, tale da limitare o bloccare la sua capacità di erogare una scarica per interrompere un’eventuale aritmia ventricolare sostenuta. Quando l’operatore sanitario rileva un allarme “rosso” contatta al più presto il paziente per comunicare che esiste un problema e lo richiama subito a controllo.

Valerio Pelini – socio fondatore AICARM Onlus – parla dell’assenza di regole approvate dalle Istituzioni che diano certezza normativa per il rinnovo delle patenti per i pazienti con Cardiomiopatia con defibrillatore impiantato. E a proposito di defibrillatore chiede certezze sul monitoraggio dei dati trasmessi dal dispositivo impiantato al centro di controllo ospedaliero di riferimento.

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