Intervista a Piero Meucci, direttore di AICARMNews

di Francesca Conti

Piero, la tua carriera nel giornalismo è ricca e variegata: dal Sole 24 Ore all’ANSA, dalla direzione del Corriere di Firenze alla guida di testate online come STAMP Toscana e The Dot Cultura. Oltre al giornalismo, hai ricoperto ruoli istituzionali e accademici. Ma come è nato l’impegno come volontario per AICARM?

Tutto è iniziato in modo casuale, incontrando il professor Franco Cecchi, amico e collega di mia moglie. Lui era impegnato nel progetto AICARM e mi propose di contribuire alla creazione di un mezzo di informazione. Accettai per due motivi: primo, perché le sfide e le nuove iniziative mi hanno sempre affascinato. Nella mia carriera ho lavorato spesso a progetti nascenti, quasi delle start-up. Secondo, perché il tema riguardava la cardiologia, e in quel periodo praticavo uno sport a livello competitivo, quindi ero personalmente interessato a capire di più sul cuore e sui suoi meccanismi.

Qual è stato il tuo ruolo concreto all’interno di AICARM?

Abbiamo iniziato con una newsletter, uno strumento per diffondere informazioni sulle attività dell’Associazione e sui bisogni della comunità di pazienti e medici. All’inizio ovviamente non era semplice: dovevamo dare vita a un notiziario ampio e interessante. Con il tempo abbiamo coinvolto volontari, medici e pazienti disposti a raccontare le loro storie. Anche la giornalista Laura D’Ettole ha dato un contributo fondamentale. Abbiamo strutturato l’informazione con un equilibrio tra interviste, approfondimenti scientifici, testimonianze e notizie.

Oggi AICARM è un’associazione riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Che effetto fa aver contribuito a questa crescita?

È una grande soddisfazione. Non certo per merito mio, ma perché ho avuto la fortuna di raccontare questa storia fin dall’inizio. Vedere un’idea trasformarsi in una realtà solida è sempre emozionante. Inoltre, questa esperienza mi ha permesso di conoscere personalità di spicco nel campo medico-scientifico, arricchendo il mio bagaglio professionale e umano. Un altro traguardo importante è stato il libro “Il cuore grande”: una raccolta di storie, testimonianze e riflessioni che rappresenta un punto di arrivo di questo percorso.

Sei un giornalista professionista di grande esperienza. Cosa cambia quando si fa lo stesso lavoro, ma come volontario?

Tecnicamente, nulla. Il volontariato richiede lo stesso livello di professionalità: se metti a disposizione la tua competenza, devi farlo al meglio. La differenza sta nell’attenzione in più verso le persone. In un contesto come AICARM, la notizia non è fine a sé stessa, ma deve sempre considerare la sensibilità dei pazienti, la loro privacy, il loro benessere. In un giornale generalista, a volte questi aspetti passano in secondo piano rispetto all’importanza della notizia.

Qual è stato l’aspetto più gratificante di questa esperienza?

Vedere che un progetto iniziale diventa una realtà consolidata è sempre bellissimo. Con AICARM è successo che alcuni dei nostri articoli e dei nostri temi sono arrivati sulla stampa nazionale e in Rai, ampliando la visibilità di problematiche spesso considerate di nicchia. Collaborare con persone come il presidente Cecchi il vicepresidente Valerio Pelini e Paolo Palma, direttore della comunicazione, è stato stimolante: abbiamo lavorato con passione e amicizia, ed è questo che rende speciale il volontariato.

Piero Meucci

Giornalista professionista.
Per la maggior parte della sua attività professionale ha lavorato per il gruppo Il Sole 24 Ore e l’Agenzia Ansa, per la quale è stato corrispondente dalla Germania.
Ha fondato e diretto il quotidiano Il Corriere di Firenze. In precedenza, ha guidato la redazione fiorentina del quotidiano Paese Sera.
Nel settore pubblico è stato a capo dell’ufficio stampa del Ministro per la Coesione Territoriale, direttore della comunicazione multimediale della Giunta regionale toscana e ha diretto l’Agenzia per le attività di informazione del Consiglio regionale della Toscana.
Dal settembre 2011 dirige il giornale online StampToscana.
È autore di saggi e curatore di libri sul giornalismo e su temi dell’economia.