A cura di Laura D’Ettole

C’è un trofeo a lei intitolato, si chiama “Iris Cup Giulia come l’acqua”: una competizione di ginnastica ritmica che si è svolta per la prima volta quest’anno a Scandicci (5/2/2023). La vittoria è andata alla squadra Raffaello Motto di Viareggio, ma c’è un dato anche più rilevante: da qui è partita una capillare campagna per far sì che durante la visita sportiva delle atlete venga fatta particolare attenzione alla diagnosi delle cardiomiopatie. Perché Giulia Cignoni era una ginnasta di talento che ha partecipato più volte alle selezioni della nazionale italiana. Era (sembrava) sana come un pesce e nessuno ha mai trovato un “vulnus” nel suo cuore di atleta.

Giulia è morta all’età di trent’anni, fuori dalle gare e dai riflettori, accasciata improvvisamente sulla neve. Erano le ore 13 del 30 dicembre 2012, e di questo suo decesso a lungo non si è capito nulla. La famiglia ha lottato per sapere poi, alla fine, il responso atteso: morte improvvisa per fibrillazione ventricolare dovuta a cardiomiopatia. I genitori hanno trovato la forza di alzare la testa di fronte a questo immenso dolore e si sono interrogati sul modo più efficace di ricordare Giulia.

Lo hanno fatto insieme alla sua allenatrice, Costanza Dainelli, direttrice sportiva di Iris Firenze. “Giulia a 13 anni si allenava a Ponsacco – ricorda Costanza – e fu selezionata per far parte di una squadra di 5 atlete che doveva rappresentare l’Italia ai campionati europei”. Il caso ha voluto che anche un’allieva di Costanza facesse parte di quella squadra. È nato così un rapporto speciale fra la talentuosa Giulia e l’allenatrice fiorentina. “Aveva un alto potenziale” e la provincia le stava stretta. Il cambio di passo si decide subito, e in quattro e quattr’otto Giulia si trasferisce a casa di Costanza a Firenze. Da lì inizia il suo percorso sportivo: più volte finalista ai campionati nazionali, selezionata per rappresentare l’Italia in competizioni internazionali, medaglia d’argento nel campionato senior all’età di 18 anni. Un anno dopo diventa Tecnico federale nazionale di ginnastica ritmica. Torna a Ponsacco, si iscrive alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si laurea. Comincia a insegnare in una società di ginnastica di Pontedera, ma nel cuore ha sempre Firenze. Da questo momento in poi Costanza ricorda e scandisce ogni attimo della vita di Giulia: “Mi manda un messaggio in cui dice che desidera presentarmi il suo fidanzato; vede mia figlia al suo esordio, nella prima gara di ritmica; parte per andare a sciare”. Sequenza di una vita normale. Ma l’ultimo giorno del 2012 Costanza riceve una telefonata inattesa: è il padre di Giulia, Claudio. Il racconto blocca il respiro: Giulia era a sciare, scende dallo skilift, si avvicina al rifugio. Non ci arriva. Si accascia e prima di essere trasportata all’interno il suo battito vitale cessa.

“Dopo la sua morte non hanno rilevato niente. Malattia del cuore vecchio, del cuore dello sportivo, che è programmato per vivere un po’ e poi cessa: la sua morte l’hanno definita così”. La famiglia di Giulia a lungo non si è data pace. Ha fatto anche indagini genetiche per capire se l’origine del male fosse nel loro Dna, ma non è emerso niente. “E’ morta per una delle forme più difficili di cardiomiopatia, difficili da diagnosticare, quasi impossibile prestarle soccorso”.

La famiglia intera ha reagito con forza a quella morte ingiusta. Grazie al loro impegno, ogni maggio, dal 2014 in poi, viene organizzato il trofeo Giulia Cignoni dove si confrontano squadre da ogni parte della Toscana. Poi quest’anno, per la prima volta, l’”Iris cup Giulia come l’acqua”. Perché l’acqua era il suo elemento; e l’aria, dove volteggiava gareggiando. Cup Giulia è una gara nazionale di serie A, B e C approvata dalla Federazione. Hanno partecipato 58 squadre con 6 ginnaste ciascuna. Da qui è partito il messaggio forte e capillare contro la cosiddetta “morte improvvisa”, per far sì che le cardiomiopatie vengano individuate e curate in tempo.