a cura del Dr. Niccolò Maurizi

Storicamente, ai pazienti con Cardiomiopatia Ipertrofica (CMI) è stato consigliato di evitare l’attività fisica a causa dei timori di complicazioni cardiache, ma recentemente, grazie a studi sempre più dettagliati e ben condotti, questo mito sembra sfaldarsi. Ecco alcune evidenze che tutti noi, medici e pazienti, dobbiamo veramente fare nostre ed applicarle nella vita di tutti i giorni.
Secondo uno studio pubblicato nel Journal of the American Heart Association dal gruppo di ricercatori dell’Universita di Siena capitanati dal Prof. Flavio D’Ascenzi, i pazienti con CMI possono trarre beneficio in sicurezza da piani di esercizio fisico personalizzati fino ad intensità moderata.
Perché l’esercizio è importante
Vivere con la CMI può essere difficile, e la condizione è stata storicamente associata al rischio di aritmie cardiache, specialmente durante attività fisiche intense ed agonistiche. Di conseguenza, molti pazienti evitano del tutto l’esercizio, con il risultato di una vita sedentaria che influisce negativamente sulla forma fisica generale e sulla salute cardiaca. Questo studio cerca di capire come l’esercizio fisico, anche moderato e personalizzato possa fare una grande differenza. Infatti, i colleghi hanno riscontrato che:
- Migliore salute attraverso l’attività:
I pazienti che si sono impegnati in esercizi moderati, come camminare o andare in bicicletta, hanno mostrato notevoli miglioramenti nella funzione cardiaca e polmonare rispetto ai pazienti sedentari. Questi individui hanno avuto una migliore capacità di utilizzo dell’ossigeno, una maggiore efficienza respiratoria e livelli complessivi di fitness superiori. - Sicurezza prima di tutto:
La buona notizia? Non sono stati riportati disturbi gravi del ritmo cardiaco, come aritmie pericolose, tra coloro che hanno seguito il programma di esercizio prescritto. - I rischi dell’inattività:
Al contrario, i pazienti sedentari hanno sperimentato una diminuzione della loro forma fisica e della salute cardiaca nel tempo, evidenziando i rischi legati all’evitare completamente l’attività fisica. - Piani di esercizio personalizzati:
Lo studio ha sottolineato l’importanza di adattare le routine di esercizio al profilo di salute unico di ciascun paziente. Le attività sono state impostate a intensità moderata- non eccessivamente faticosa—per garantire la sicurezza.
In altre parole, gli esperti raccomandano che i pazienti inizino con solo qualche sessione alla settimana, aumentando gradualmente l’attività. Utilizzare un monitor per la frequenza cardiaca può aiutare a mantenersi all’interno dei limiti sicuri durante l’esercizio. Questa ricerca segna un cambiamento significativo nella gestione del paziente con CMI. Dimostra che evitare completamente l’inattività è fondamentale per la salute cardiaca. L’esercizio regolare, supervisionato, non solo migliora la qualità della vita, ma comporta rischi minimi se praticato correttamente.
D’Ascenzi non è stato l’unico ad occuparsi di questa problematica. Infatti, un gruppo di medici danese, ha pubblicato nella prestigiosa rivista Circulation uno studio che si occupava di capire come pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva reagissero a 12 settimane di esercizio. Funzione cardiaca migliorata: I pazienti che hanno partecipato al programma di esercizio hanno visto una riduzione della pressione di riempimento del ventricolo sinistro durante un esercizio leggero. Ciò significa che il cuore ha dovuto lavorare di meno per pompare il sangue, con un miglioramento significativo rispetto a quelli che sono rimasti inattivi.
- Migliore forma fisica: Coloro che hanno fatto esercizio hanno mostrato un aumento evidente del consumo di ossigeno massimale (valutato con Test cardiorespiratorio) e delle prestazioni cardiache complessive. Al contrario, il gruppo sedentario non ha registrato miglioramenti e ha addirittura osservato un lieve declino della forma fisica.
- Miglioramento della qualità della vita: L’esercizio non solo ha aiutato i pazienti a migliorare la capacità fisica, ma ha anche migliorato la qualità della loro vita, in particolare per quanto riguarda le limitazioni fisiche e il benessere generale. Questi benefici non sono stati osservati in chi non ha praticato attività fisica.
Anche questo studio conferma che un programma di esercizio fisico moderato e ben strutturato può migliorare in modo sicuro la funzione cardiaca e il fitness complessivo nei pazienti con CMI. L’attività fisica regolare rafforza il cuore, migliora le prestazioni quotidiane e aumenta la qualità della vita, aiutando i pazienti a vivere meglio nonostante la loro condizione.
In conclusione, per i pazienti con CMI, restare attivi non è più fuori discussione: è una parte essenziale per rimanere in salute. Consultare sempre uno specialista cardiologo esperto in Cardiomiopatie, prima di iniziare un nuovo programma di esercizio, ma il messaggio è chiaro: muoversi è importante!
Vi ricordo che il Prof. D’Ascenzi sarà ospite nel nostro Webinar di Gennaio e parleremo di sport: accorrete numerosi per poterci chiedere tutte le vostre curiosità o semplicemente capirne di più !
Referenze:
Cavigli L, Ragazzoni GL, Vannuccini F, Targetti M, Mandoli GE, Senesi G, Pastore MC, Focardi M, Cameli M, Valente S, Bonifazi M, Olivotto I, D’Ascenzi F. Cardiopulmonary Fitness and Personalized Exercise Prescription in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. J Am Heart Assoc. 2024 Oct 15;13(20):e036593.
Gudmundsdottir H, Axelsson Raja A, Rossing K, Rasmusen H, Snoer M, Andersen LJ, Gottlieb R, Christensen AH, Bundgaard H, Gustafsson F, Thune JJ. Exercise Training in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy Without Left Ventricular Outflow Tract Obstruction: A Randomized Clinical Trial. Circulation. 2024 Nov 8. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.124.070064
Referenze:
Cavigli L, Ragazzoni GL, Vannuccini F, Targetti M, Mandoli GE, Senesi G, Pastore MC, Focardi M, Cameli M, Valente S, Bonifazi M, Olivotto I, D’Ascenzi F. Cardiopulmonary Fitness and Personalized Exercise Prescription in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy. J Am Heart Assoc. 2024 Oct 15;13(20):e036593.
Gudmundsdottir H, Axelsson Raja A, Rossing K, Rasmusen H, Snoer M, Andersen LJ, Gottlieb R, Christensen AH, Bundgaard H, Gustafsson F, Thune JJ. Exercise Training in Patients With Hypertrophic Cardiomyopathy Without Left Ventricular Outflow Tract Obstruction: A Randomized Clinical Trial. Circulation. 2024 Nov 8. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.124.070064

*il Dr.Niccolò Maurizi, nato a Firenze, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pavia, e specializzato in Cardiologia presso l’Università di Losanna (Svizzera), ed è responsabile dell’ambulatorio Cardiomiopatie presso il CHUV di Losanna. In precedenza, ha lavorato come ricercatore presso la Unit Cardiomiopatie l’Università degli Studi di Firenze e collaborato con il Prof. Olivotto e Prof. Cecchi. Nel 2015 ha co-fondato D-Heart, una startup che ha realizzato un dispositivo in grado di far registrare l’ECG autonomamente al paziente e trasmetterlo con il proprio smartphone. È autore e coautore di quasi 100 articoli scientifici incentrati su temi legati alla CMI (gestione dell’arresto cardiaco improvviso, gravidanza nella CMI, dispositivi intelligenti nella pratica clinica, ecc.).