• Con la febbre alta da giorni si chiama il 118?

Tutti temiamo il Coronavirus: un rialzo febbrile inaspettato può essere legato ad una innocente infiammazione delle prime vie aeree, oltre ad altri motivi. Va segnalato al medico di famiglia, senza muovere l’ambulanza. Occorre distinguere una febbricola, sotto i 37 e mezzo e una importante che sale rapidamente a 38° e oltre. In ogni caso avvertire il medico (o i servizi di continuità notturna e festiva, fuori dagli orari convenzionali). Se passano i giorni, il malessere si aggrava, con tosse, dolori muscolari importanti, più raramente diarrea, allora è il momento di chiamare il 118. Siamo chiusi in casa da varie settimane, le probabilità di aver contratto una malattia contagiosa prima delle chiusure sono minime, ma le mascherine chirurgiche non riescono a impedire il contagio se usciamo, ad esempio, a fare la spesa, alle casse, dove si concentrano germi e batteri, oppure in uffici o mezzi pubblici.

  • Muoiono anche dei ragazzi: come mai?

Nessuno è invulnerabile di fronte al virus, solo i bambini e gli adolescenti, ancorché contagiati, si sono salvati finora in larga misura dagli effetti potenzialmente letali del virus.  Pochissime persone giovani, sotto i 40 anni, sono decedute per insufficienza respiratoria da infiammazione polmonare severa, senza apparenti patologie evidenti

  • E’ a rischio solo chi ha delle patologie?

Sono più a rischio persone, in particolare uomini, oltre i 50 anni, e con condizioni croniche preesistenti, come ipertensione arteriosa, diabete, obesità, cardiopatia ischemica, Cardiomiopatie con insufficienza cardiaca, valvulopatie, o quelle in cura per cancro, epatopatie e malattie respiratorie pregresse. Oltre la polmonite, questo virus può provocare anche danno renale, cardiaco e trombosi con embolia (es. polmonare).

Le donne presentano in genere un rischio minore di complicanze, rispetto agli uomini.

  • Esistono sistemi di cura a domicilio?

La maggioranza delle persone contagiate da Coronavirus presenta sintomi lievi similinfluenzali: febbre intermittente, dolori muscolari con o senza tosse secca, perdita di sensibilità a odori e profumi. Questi pazienti vengono rimandati a casa, dopo tampone positivo e diagnosi clinica, in isolamento per evitare di trasmettere l’infezione, e  curati  a domicilio con antifebbrili (paracetamolo), idrossiclorochina (Plaquenil) ed antibiotici (Amoxicillina o Azitromicina). Se possibile devono misurare periodicamente l’ossigenazione del sangue con uno strumento (pulsossimetro) applicato al polpastrello (misura la saturazione di ossigeno, con valori considerati normali o lievemente ridotti, se superiori a 92%). Sono invitati a bere acqua in abbondanza, controllando frequenza cardiaca e pressione, se possibile, consultandosi sempre con il medico.

  • I pazienti con Cardiomiopatia devono comportarsi in modo diverso ?

Non esistono ancora sufficienti dati scientifici che permettono di dare consigli specifici per i pazienti con Cardiomiopatia, di origine genetica. Tuttavia è probabile che i portatori di Cardiomiopatia presentino un rischio maggiore di complicanze, non solo polmonari ma anche cardiache. Inoltre l’uso di Idrossiclorochina o Azitromicina,  a domicilio dovrebbe essere autorizzato dal cardiologo, per il rischio di allungamento del Qtc, un parametro misurabile con l’ECG, talvolta già aumentato in questi pazienti, in particolare se in terapia con Amiodarone. Una maggiore attenzione e prudenza, in particolare per evitare il contagio, è consigliabile a tutti questi pazienti. In caso di febbre o difficoltà respiratorie o rialzo dei valori pressori si consiglia di contattare anche il proprio cardiologo.

  • E’ sbagliato ritardare l’arrivo in ospedale?

La virosi da SARS Cov2 è una malattia ancora non ben conosciuta. Il peggioramento può manifestarsi rapidamente dopo l’inizio dei sintomi e della febbre. Tuttavia anche nei casi inizialmente meno gravi, dopo giorni di febbre altalenante e condizioni stazionarie al proprio domicilio, si può verificare improvvisamente un peggioramento con rialzo febbrile, difficoltà respiratorie, spossatezza e mal di testa, ridotta ossigenazione del sangue (valori da pulsiossimetro inferiori a 92% ).