La rivoluzione della medicina di genere

Verso il corso di AICARM
La medicina di genere è nata nell’ultimo decennio del secolo scorso quando la comunità medica internazionale ha preso atto che le differenze legate al genere influenzano l’insorgenza delle patologie e la loro manifestazione clinica. Fino agli anni ’90, per esempio, la medicina ha trascurato le patologie cardiovascolari nelle donne, includendole raramente negli studi clinici.
Oggi è chiaro a tutti che le implicazioni della medicina di genere attraversano ogni specialità. Tuttavia, gli esperti sono d’accordo che la strada verso una medicina veramente equa è ancora lunga.

di Francesca Conti

Questo è il primo di due articoli in preparazione del corso sulla medicina di genere “Il Cuore della donna – Diversità anche nelle cardiomiopatie” che AICARM ha organizzato per l’8 novembre 2025

Radici storiche: la visione androcentrica della salute

Fin dall’antichità, il sapere medico si è costruito attorno a una visione prevalentemente androcentrica della salute, confinando l’attenzione verso il benessere femminile esclusivamente alla sfera riproduttiva. Questo paradigma ha dominato incontrastato per secoli, fino a quando, intorno agli anni Settanta del secolo scorso, la comunità scientifica ha iniziato a riconoscere un problema fondamentale: gli studi clinici erano condotti principalmente su campioni maschili, basandosi sul presupposto errato che, al di là dell’apparato riproduttivo, uomini e donne fossero biologicamente identici. Una semplificazione che si è rivelata non solo errata, ma potenzialmente pericolosa per la salute di milioni di persone.

Il corpo maschile è stato per secoli il modello unico della ricerca.

La rivoluzione degli anni Novanta: l’inclusione del genere nella ricerca

L’ultimo decennio del secolo scorso ha segnato una svolta decisiva. La comunità medica internazionale ha abbracciato una nuova filosofia di ricerca, caratterizzata da un approccio multidimensionale e olistico che analizza come le differenze legate al genere, intese non solo come caratteristiche biologiche, ma come insieme di fattori ambientali, sociali, culturali ed economici che influenzano i processi fisiologici, l’insorgenza delle patologie e la loro manifestazione clinica. Il genere, infatti, è un concetto molto complesso che include non solo le caratteristiche biologiche dell’individuo, oggi riconosciute come non esclusivamente binarie, ma anche la sua relazione con il mondo e la società.

Il riconoscimento dell’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità la considera oggi un pilastro fondamentale per la promozione della salute globale, riconoscendo che le disuguaglianze sanitarie affondano le radici tanto nei laboratori quanto nei tessuti sociali. I numeri parlano chiaro: 435 milioni di donne vivono in condizioni di estrema povertà nel mondo, un gender gap sanitario dalle conseguenze drammatiche. Bassa istruzione, marginalizzazione sociale, difficoltà economiche diventano così determinanti di salute potentissimi, creando barriere invisibili ma concrete all’accesso alle cure. Non è solo questione di biologia, ma di giustizia sociale.

Stetoscopio rosa- Medicina di genere

Quando le donne vengono trascurate negli studi clinici

Se per decenni le donne sono state sistematicamente escluse dagli studi clinici, perché considerate troppo complesse a causa delle fluttuazioni ormonali del ciclo mestruale, anche quando oggi vengono incluse negli studi, spesso il sesso rimane una variabile trascurata nell’analisi dei dati.

Un caso emblematico è quello della troponina, marcatore biologico dell’infarto
. La ricerca medica ha impiegato anni per riconoscere che i parametri fisiologici presentano variazioni significative tra uomini e donne. Questa lacuna conoscitiva ha avuto conseguenze drammatiche: numerose pazienti colpite da infarto sono state vittime di errori diagnostici causati dall’interpretazione errata dei loro valori clinici, considerati nella norma secondo standard maschili quando invece rappresentavano chiari segnali di allarme per l’organismo femminile.

Quando la medicina ignora le differenze, i sintomi delle donne rischiano di restare inascoltati.

Il problema si estende anche ai dispositivi medici, come le mascherine che abbiamo imparato a indossare durante la pandemia, ma anche, alcuni modelli avanzati di cuore artificiale, troppo grandi per il torace femminile, persino gli aghi per le iniezioni: tutto è progettato su misure maschili.

Una statistica fa riflettere: nel 80% dei casi, un ago standard utilizzato su una donna fallisce l’obiettivo intramuscolare, trasformando di fatto l’iniezione in sottocutanea. Il risultato è un assorbimento del farmaco completamente diverso da quello previsto, con potenziali rischi per l’efficacia della terapia.

Medicina di genere: effetti in farmacologia, psichiatria e immunologia

Le implicazioni della medicina di genere attraversano ogni specialità medica.

In farmacologia, le differenze sono ancora più marcate. Le donne assimilano ed eliminano i farmaci diversamente dagli uomini, soffrono più reazioni avverse e ricevono spesso dosaggi calibrati su un uomo di 70 chilogrammi – uno standard che per loro può essere eccessivo o insufficiente.

In psichiatria, il divario di genere si manifesta in modo complesso: depressione e disturbi d’ansia colpiscono più frequentemente le donne, mentre gli uomini sono maggiormente soggetti a dipendenze e disturbi di personalità antisociale. Spesso, però, lo stigma culturale impedisce agli uomini di chiedere aiuto per problemi di salute mentale.

In immunologia, infine, emerge un paradosso interessante: le donne possiedono difese immunitarie più robuste ma sono più vulnerabili alle malattie autoimmuni, mentre gli uomini risultano più suscettibili alle infezioni.

Farmaci calibrati su standard maschili.
Il paradosso delle difese immunitarie femminili

Malattie cardiovascolari: la prima causa di morte femminile

Fino agli anni ’90 la medicina ha trascurato le patologie cardiovascolari nelle donne, includendole raramente negli studi clinici. L’infarto nelle donne si manifesta spesso con sintomi “atipici” – nausea, affaticamento, dolore alla spalla – diversi dal classico dolore al petto maschile. Questo porta a ritardi diagnostici che possono essere fatali. In Italia, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte femminile, con un tasso di mortalità superiore a quello maschile. Anche lo scompenso cardiaco, che dopo i 65 anni colpisce più donne che uomini, presenta caratteristiche specifiche per genere.

Verso una medicina equa, efficace e universale

La strada verso una medicina veramente equa è ancora lunga, gli esperti del settore sottolineano come questa trasformazione richiederà ancora tempo per compiersi pienamente. Serve una formazione adeguata per tutto il personale sanitario, ma l’approccio deve essere necessariamente multidisciplinare, estendendosi a tutte le facoltà scientifiche. L’obiettivo è garantire a ogni individuo – uomo, donna o persona non binaria – la giusta cura, nel posto giusto, al momento giusto. Una medicina che sia davvero equa, efficace e universale.

Una cura giusta non è solo una questione di biologia, ma di giustizia sociale.

Il Cuore delle donne – Diversità anche nelle cardiomiopatie

Il corso di AICARM ”Il Cuore delle donne – Diversità anche nelle cardiomiopatie” si svolgerà l’8 novembre 2025 presso l’Istituto degli Innocenti, Salone Brunelleschi, Piazza della Santissima Annunziata, Firenze. Le iscrizioni saranno possibili agli inizi del mese di Ottobre