Il cardiologo ed i suoi due cuori
Una diagnosi precoce che cambia il futuro
Da paziente al medico: la vocazione nata da un’ecocardiografia
Una testimonianza unica: la cardiomiopatia vista con gli occhi di chi la cura e di chi la vive ogni giorno.
Vivere e lavorare con la cardiomiopatia ipertrofica
Ho vissuto una vita normale finché ho potuto e quando non ho più potuto, a causa dei sintomi progressivamente ingravescenti, ho sempre provato a far sì che la vita che potevo vivere fosse per me, in quel momento, la migliore del mondo.
Quando i sintomi peggiorano: la fase ipocinetica
Anni duri, dicevo, ma che mi hanno insegnato tanto della malattia e di me stesso.
La decisione per il trapianto: l’inizio di una nuova speranza
Sono stato trapiantato la notte tra il 5 ed il 6 Ottobre 2010. Il 5 Ottobre è il giorno in cui viene venerata S. Faustina Kowalska, celebrata nella chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma, dove è stato celebrato il mio matrimonio. Sicuramente una coincidenza.
Il mio donatore, Fabio, è deceduto in un incidente stradale ma è sempre con me.
Il trapianto cardiaco non è solo una scelta clinica, ma anche un atto di fede nella vita. Per chi lo affronta, è un passaggio dalla sopravvivenza alla speranza.
“Noi cardiopatici con un filo di speranza ci facciamo chilometri.“
Il ritorno alla vita dopo il trapianto
Un messaggio per pazienti e colleghi: mai senza speranza
Ai miei colleghi vorrei invece chiedere di non dimenticare mai, nelle loro prescrizioni e raccomandazioni ai loro pazienti, di aggiungere sempre una nota di speranza, un sorriso, una pacca sulla spalla o una carezza.
Noi cardiopatici con un filo di speranza ci facciamo chilometri.
