ALCOOLIZZAZIONE SETTALE PER VIA PERCUTANEA

Si basa sul concetto che si possa eliminare l’ostruzione mediante l’iniezione di alcool nella zona ipertrofica del setto interventricolare.

Questo nuovo approccio terapeutico, introdotto nel 1995, può ridurre lo spessore del setto interventricolare senza ricorrere all’intervento chirurgico nella Cardiomiopatia Ipertrofica ostruttiva. Si basa sul concetto che si possa eliminare l’ostruzione all’efflusso provocando un piccolo infarto miocardico nella zona ipertrofica del setto interventricolare, mediante l’iniezione di alcool.

Si tratta di una tecnica di cardiologia invasiva che viene eseguita in sala di emodinamica.

  1. Mediante coronarografia si individua il ramo dell’arteria coronarica sinistra che irrora la zona del setto interventricolare che ostruisce l’efflusso del ventricolo sinistro (ramo settale).
  2. Mediante Ecocardiografia con mezzo di contrasto si conferma che la zona dove giungerà l’alcool iniettato nel ramo settale corrisponde alla zona del setto interventricolare ipertrofico responsabile dell’ostruzione.
  3. Si inietta allora una piccola quantità di alcool puro (1-2 cc) e in tal modo si blocca la funzione della porzione di setto interventricolare dove si localizza l’alcool. Così si provoca un infarto, limitato alla zona ipertrofica. L’ostruzione si riduce o scompare immediatamente

Ma l’ostruzione può ripresentarsi nei giorni o settimane successive. Se però l’intervento ha avuto successo, nell’arco di circa 3 mesi lo spessore della zona infartuata si riduce e l’ostruzione (cioè il gradiente di pressione misurato con Ecocolordoppler) si riduce o scompare.

Per la sua relativa semplicità, la brevità dei tempi di ricovero e l’ampia disponibilità di cardiologi invasivi, questa tecnica si è diffusa ampiamente in tutto il mondo. I risultati dipendono dall’accurata selezione dei pazienti e dall’esperienza degli operatori. Purtroppo può provocare anche gravi conseguenze, nel caso che, ad esempio, l’alcool si diffonda anche in altre zone non previste, provocando un infarto molto più esteso. La necessità di impianto di pacemaker successivo alla procedura di Alcoolizzazione settale è più frequente rispetto alla “miectomia”.

I sintomi migliorano nei primi mesi, ma in una buona percentuale dei pazienti l’ostruzione si ripresenta a distanza di un anno.

Attualmente viene indicata in pazienti in età avanzata, senza rigurgito mitralico importante, senza malattia coronarica significativa, che presentano un rischio chirurgico elevato.

E’ sconsigliata nei pazienti giovani, nei pazienti con ipertrofia massiva e diffusa.

Nei pazienti con Blocco di branca sinistro la procedura probabilmente richiederà l’impianto di un pacemaker.

Presso la AOU Careggi-Firenze è stata eseguita con continuità dal 1999 al 2004 dal Dr. Antoniucci, ma i risultati non sono stati completamente soddisfacenti. Attualmente è riservata a pochi pazienti.

Alcoolizzazione settale percutanea

Immagini – Alcoolizzazione settale percutanea